lunedì 6 maggio 2013

Tre?


A quota 1000 km raggiungiamo il campeggio di Hamelin, in assoluto finora il più confortevole con docce e bbq (ma anche il più caro con i suoi 12 dollari a testa). Hamelin è all'inizio della famigerata Shark Bay, dove non vediamo squali ma delfini e emù, specie a Monkey Mia, dove però ci infinocchiano con l'ingresso a pagamento (8 dollari a cranio) per vedere lo spettacolo mattutino con i delfini che arrivano in prossimità della spiaggia, ma noi si è arrivati di pomeriggio e i dollari si sono sborsati lo stesso. Il biglietto sarebbe valido anche per il giorno dopo, ma c'è la trappola del campeggio troppo costoso lì o un altro conveniente ma lontano più di un'ora (due se si considera di dover tornare indietro) e l'esperienza sa troppo di intrattenimento per famigliole.
L'incontro ravvicinato con gli emù che passeggiano liberi nel giardino di fronte alla spiaggia di Monkey Mia, li fa apprezzare più di quelli che giacciono abbattuti dalle auto sul ciglio della strada nel tratto Denham-Monkey Mia, che per un po' rubano la scena al lungo cimitero a cielo aperto di canguri.
Le conchiglie di Shell Beach sono un immenso manto bianco di minuscoli gusci sottili che affondano in profondità fino a sgretolarsi come sabbia sotto lo strato superficiale. Le conchiglie delle altre spiagge hanno altre dimensioni e forme, sono più grandi e particolari, ma questa spiaggia così bianca che si estende in lunghezza e larghezza ha un fascino incredibile.
Al ritorno sulla strada che riporterà a nord dopo la dovuta deviazione per la penisola di Shark Bay, ripassiamo sotto il 26° parallelo e troviamo un campeggio libero in riva al mare che sembra splendido, ma siamo al tramonto e ci accontentiamo del rosso del sole che si tuffa in mare. Siamo a Eagle Bluff, col sole che sparisce rimaniamo con la sola luce lunare a cuocere noodles che ricordano gli amici asiatici.
Il portellone dietro è ancora rotto, la sabbia e soprattutto la polvere rossa delle strade ha ricoperto ogni cosa, i capelli sono stoppacciosi, la barba salata. Siamo sporchi, ma il primo campeggio completamente gratuito lontano dalla civiltà ci fa sentire liberi come mai prima. Tuttavia sgombrare il cervello dalla routine non è semplice, liberarsi dai pensieri non sembra possibile, Reggerà il van? Quando arriveremo? Quando e dove ci fermeremo? Quando inizieremo di nuovo a lavorare? Troveremo le farm? 
Reggeremo?

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IL SALTO DEL KOALA by FABIO MUZZI is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.