martedì 7 maggio 2013

Quattro.cento



L'idea di partire da Perth sul finire di aprile ci lascerà il ricordo di una lunga estate al contrario. I giorni si stavano accorciando e l'aria rinfrescava, intorno al 26° parallelo, sulla penisola di Shark Bay, il sole picchia già dalle 8 di mattina, gli occhiali da sole diventano indispensabili e il braccio destro poggiato sul finestrino si scurisce ogni giorno. La notte si alza un vento freddo che disturba il sonno sferzando i cespugli intorno, all'alba il vento è sparito o quasi.
Sulla strada tra Shark Bay e Carnarvon, noiosamente dritta, le distrazioni sono i cenni di saluto agli sporadici veicoli che si incontrano, i contorti arbusti e i contorti relitti di canguri sbranati da corvi e, più raramente, da aquile che spiccano il volo maestose al nostro passaggio.
Nonna, una vita a pulire e a fare lavori domestici, era euforica quando le parlavo del van. Mi diceva di come anche con nonno fossero partiti all'inizio con un furgoncino con letto e cucinino e un barattolo dove fare i bisogni, poi passarono al camper. Nonna, che non ha mai guidato altro che la sua 500 gialla, credo che in fondo preferisse quel loro primo mezzo ai camper superaccessoriati e ai camperisti che formano una grande famiglia, che a me fa pensare più a una tribù o setta.

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