mercoledì 1 maggio 2013

Era il 19 aprile



C'è un van con disegnato sulle fiancate Bender, un personaggio molto popolare di futurama che dice “bite my shiny metal ass” e il van si muove all'indietro, lentamente e di fronte ci sono dei ragazzi che gli camminano incontro e l'immagine, vista da lontano sarebbe anche divertente. Ma poi, se ci si avvicina neanche tanto, si possono scorgere meglio quei ragazzi. Sono cinque giovani orientali disposti disordinatamente che seguono a testa bassa la marcia all'incontrario del van.
E, se ci si avvicina ancora un poco si nota che ci sono lacrime.
Lacrime nei loro piccoli occhi a mandorla, lacrime negli occhi grandi del ragazzo al volante e in quelli della sua ragazza, ancora più grandi (sia gli occhi che lacrime). Lacrime di quelle che si vorrebbero trattenere, ma che scoppiano e scappano agli occhi che non possono arrestare. E il van procede lento all'incontrario e i ragazzi davanti continuano a camminare verso il muso e nel lento addio gli occhi dei ragazzi asiatici si fondono con quelli degli italiani.
Tutto è ovattato, non ci sono rumori, il mondo intorno sembra essersi fermato per contemplare la scena, non si muove nulla eccetto un van malinconicamente buffo e cinque inconsolabili ragazzi.
E questa è l'immagine che porterò con me nel cuore perchè a guidare quel van c'ero io, perchè ho avuto la fortuna di incontrare queste splendide persone, perchè siamo stati una famiglia e quelli che lasciavo erano fratelli.
Poi il van è entrato di culo sulla strada e ha girato il muso verso il nord, verso la prossima tappa e non si sa cosa abbiano fatto o detto gli asiatici mentre si sbracciavano per salutare, ma quello che posso dire è che quei ragazzi italiani che si stavano buttando in un'avventura enorme, loro – per certo – scoppiarono in un pianto che durò decine di chilometri. Non si vergognavano di mostrare le proprie lacrime l'uno all'altra, non si curarono quindi di trattenere i sentimenti. Quell'addio era stato forse più difficile di quello alle loro famiglie italiane, forse perchè quelle sapevano perfettamente dove ritrovarle, ma forse anche per tutto ciò che avevano condiviso, per essere stati insieme felici immigrati in una terra arida e dura.
Era il 19 aprile.



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