venerdì 17 maggio 2013

Dodici



Volevo andare al Karijini National Park.
Dopo una notte passata all'addiaccio (nottata passata in un'area di sosta per camion in cui eravamo gli unici a riposare, in cui l'unico rumore era il silenzio mai così assordante, in cui ogni rumore sembrava una presenza che poi non era, in cui il passare dei secondi era interminabile nell'unico suono familiare, quello delle lancette, che si poteva percepire, in cui il mio muovermi nel letto faceva sobbalzare lei e viceversa, in cui prender sonno sembrava impossibile e l'alba non è mai giunta tanto attesa), in seguito al viaggio più lungo finora percorso in un giorno, più di 700 km, siamo vicino Tom Price, città mineraria situata appena prima il Karijini.
Era l'alba più mezzora quando ci siamo diretti verso quella meraviglia di canyon solcato da cascate calde che si buttano in piscine naturali di acqua gelida scavate nella roccia in cui tuffarsi. Volevo andare al Karijini e ci stavo andando quando ho preso la prima traversa, dopo Tom Price, che indicava il parco. Avevo pagato gli 11 dollari di ingresso al parco, ma poi l'asfalto che secondo Camps7 avrebbe dovuto scortarmi sino al campeggio più spartano dei due, quell'asfalto soffice alle ruote è scomparso.
Ancora un'altra strada sterrata che peggiorava di chilometro in chilometro. Percorsi una decina, il cartello che indicava il campeggio ci comunicava che ne mancavano ancora 42, non ci credevo, ma mi dicevo che magari migliorava. E invece era il contrario e non potevo fare tutta quella strada a 20km orari scarsi con il sole che alle 9 picchiava già malevolo. Volevo scendere e scaricare una bestemmia che rimbombasse nel canyon e da lì per tutte le strade sterrate d'Australia.
Scesi ma non bestemmiai.
Pensai.
E pensai che come avevo rinunciato, per il momento, agli squali balena, potevo rinunciare, per il momento, anche a questo. Si trattava di aspettare di essere più ricco e australiano e avere un fuoristrada, quindi più o meno parecchio.
Tornato sui miei passi proseguì per Port Hedland e, dopo una distanza che per essere australiana è da ritenersi breve, circa 50 km, trovai la vera strada asfaltata che portava al parco e tutto era come doveva essere, ma più mastodontico e più magico.
Camps7 non mi aveva tradito.

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IL SALTO DEL KOALA by FABIO MUZZI is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.