venerdì 9 novembre 2012

Susan e i suoi fratelli – 2


Entrati in casa ci stupiamo di come Susan abbia avuto la premura di allestirci il letto, fino al giorno prima costituito da tre materassi buttati in terra e ora, magicamente, troviamo quattro materassi, avvolti in  lenzuola color vinaccio, di quello che mi manca tanto, e una trapunta verde acido che, a dirla tutta, vi si abbina anche bene. Siamo nella periferia di livello medio basso, ma fondamentalmente tranquilla. Tuttavia alla lunga ci accorgeremo che la notte siamo isolati per mancanza di autobus, che nelle vicinanze non c’è niente da fare senza un mezzo proprio, che l’aeroporto internazionale è proprio dietro di noi e comunque ogni mattina è uno spettacolo vedere gli aerei in decollo e di notte ancora di più e fanno molto meno rumore di quei treni che ti passano di fianco al campeggio in molti luoghi della costa italiana, e anzi qui si dorme fin troppo bene, con il famoso assordante silenzio, tanto placido da ricordare i più strani sogni ad ogni risveglio. Effettivamente la notte non c’è molto da fare, effettivamente alla lunga mi troverò a ripensare alla scelta fatta scegliendo questa casa, al fatto che ogni scelta è una rinuncia. Col senno di poi, mi trovo ad interrogarmi su quali futuri mi avrebbero riservato le altre case viste, o, addirittura, il costoso ostello, che garantisce però vantaggi di cui ci si accorge a posteriori, come la vicinanza dal centro, il contatto costante con gente più o meno interessante che vive una situazione simile alla nostra, il contatto col mondo del lavoro e il vegemite offerto a colazione! All’inizio la casa comunque serve, in assenza di qualcuno che si renda disponibile a ricevere la tua posta, per ricevere parte dei documenti che ti verranno spediti come il medicare (banca e tfn mandano i documenti all’ufficio postale), etc...

Tornando alla casa. Tutto filerebbe liscio se non fosse per due dettagli. Il primo è costituito dall’assenza di connessione internet in casa, di cui già eravamo a conoscenza, ma mai avremmo creduto che fare una chiavetta ci avrebbe portato via più di una settimana, in un paese dove tutto fila liscio come l’olio, dove quando vai in banca sei lì in fila che pensi come si pronuncia queue ed è già il tuo turno. Per quanto molte case includano nell’affitto la connessione wifi e il sindaco di Perth la fornisca gratuitamente in diversi spazi pubblici, avere una chiavetta internet si rivelerà molto utile in previsione di spostamenti, cambi casa, giri in cerca di lavoro… Spinto da una mera considerazione di convenienza unita alle migliori prestazioni, anche io, che odio sia le chiavette che gli abbonamenti che ti vincolano per tot mesi, cedo e decido di fare un abbonamento per una specie di router che può collegare a internet fino a 5 pc simultaneamente ed ha 12 giga di traffico/mese ad un prezzo più che onesto, specie se smezzato. Ed ecco dove ho scoperto che anche qui esiste una stupida burocrazia: per farla breve, da una parte ci dicono di no perché l’abbonamento dura 12 mesi e noi stiamo qui solo 12 mesi (io il problema non ce lo vedo, anzi mi sembra preciso), poi ci dicono che serve qualcosa che attesti che abitiamo da qualche parte, quindi corri in banca ad aggiornare la residenza, fare lo statement che provi l’indirizzo, ritorno e ci dicono che dobbiamo avere sul conto australiano - aperto il giorno prima con 20 dollari simbolici – un importo pari o superiore al valore dell’affare per un anno, circa mille dollari, e quindi giù a tornare in banca a prelevare dal conto italiano per trasferire su quello australiano sempre tenendo conto dei limiti di prelievo giornaliero, solo l’operazione di trasferimento dura più di una settimana, quando alla fine raggiungiamo la soglia richiesta, torniamo là (alla Virgin), dove ci dicono che mandano via il documento e domani ci aggiornano, ma non è vero ci vogliono 3 giorni e la risposta finale è NO, perché non ci è dato saperlo per la privacy fottuta, ma la tipa che si mostra caritatevole ci suggerisce di andare al negozio là di fronte, la Vodafone, dove possiamo provare l’abbonamento annuale che è simile al loro, o se fanno comunque storie, fare il mensile che è molto meglio alla Vodafone. Andiamo, proviamo l’annuale che ci bocciano all’istante, ripieghiamo sul mensile e in mezza giornata abbiamo l’abbonamento con Vodafone, alla faccia della Virgin burocratica.


Nessun commento:

Posta un commento

Licenza Creative Commons
IL SALTO DEL KOALA by FABIO MUZZI is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.