martedì 13 novembre 2012

Quegli amabili ragnetti non saranno mica velenosi?



Oh, guarda che bella striatura rossa attraversa il suo corpo nero ciccione, dice lei osservando da vicino uno dei ragni che hanno tessuto la tela appena fuori l’ingresso di casa, io mi avvicino ed effettivamente, visti da vicino con questo segno distintivo, sembrano più simpatici. Scegliamo i nostri preferiti e ogni giorno, passando, ci fermiamo a vedere come procede la loro piccola vita, se qualche insetto è rimasto appiccicato tra le maglie della tela, se sta per piovere e se ne stanno rintanati nel cantuccio più riparato, se stanno espandendo la loro proprietà, sperando in un condono edilizio. Poi un bel giorno, siamo a prendere una birra con due amici italiani, quando salta fuori il discorso ragni velenosi. C’è questo simpatico ragnetto il cui morso può portarti conseguenze spiacevoli: se sei in un’età di mezzo passi due brutte settimane, se sei un bambino o un anziano, più semplicemente, muori. Il ragno in questione si chiama redback spider e si chiama così per la striscia rossa che attraversa il suo dorso nero. COME?? La descrizione mi ricorda qualcosa, qualcuno che ho visto di recente. Mi illumino e mi spavento allo stesso tempo. I nostri nuovi, apparentemente pacifici, coinquilini sono in realtà potenziali assassini. Al ritorno li evitiamo e li schifiamo come se avessero tradito la nostra fiducia e corriamo su internet a cercare un riscontro: immediata arriva la conferma della loro pericolosità (seppure dal 1984 non risultano esserci stati più decessi), le immagini non sono però così chiare. In alcuni casi sembrano proprio loro, in altre foto sembrano più grandi e pelosi e la striscia rossa molto più accesa e nitida, fatto sta che ora che li vediamo come potenziali assassini non ci avviciniamo più e, nel dubbio, li trattiamo come estranei. Loro sembrano non accusare questa nostra presa di distanza nei loro confronti e continuano nella loro piccola vita fatta di api e falene e mosche intrappolate nelle tele e poi avvolte e sbranate le più fortunate e lasciate essiccare come funghi per costituire banchetti futuri, le più sventurate, e ancora altre tele per sostituire le vecchie e altre nuove per espandersi e così via, indifferenti. Ma quando passiamo e tiriamo dritti, con la coda dell’occhio li vedo che ci guardano e, per un attimo, mi sembrano malinconici, ma un attimo dopo riprendono a sbranare insetti nella loro piccola, apparentemente semplice, vita.



 

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