A
ora di pranzo di qualche giorno dopo la partenza siamo a Carnarvon.
Pranzo (non) lo facciamo con un adorabile vecchio scozzese a cui ci
rivolgiamo per il guasto al portellone. Ripararlo è un'operazione di
venti minuti.
Ce
ne andiamo dopo due ore e mezzo.
Dopo
aver parlato di come in passato, negli anni '70, anche lui avesse
fatto un giro come questo ma in Europa e poi avesse scelto un paese
anglofono e più soleggiato della Scozia (a Carnarvon sono 29°, dice
lui che è una giornata piuttosto fredda). Dopo aver parlato di pesca
e averci mostrato le foto dei pesci più impressionanti che aveva
tirato su. Dopo avergli preparato un caffè italiano No non dovresti
allungarlo con dell'acqua fredda! Va beh ormai è tardi... Dopo
averci dato qualche dritta sul prosieguo del viaggio (ho capito come
muoiono investiti gli emù: a differenza dei canguri che stanno sul
ciglio della strada sentono un rumore si buttano e quando si girano
verso i fari – perchè escono al crepuscolo – rimangono accecati
e immobili e indifesi, o attraversano all'improvviso e non hanno
neanche il tempo di guardare i fari, a differenza dei canguri, gli
emù più semplicemente ti corrono incontro come pazzi imprevedibili;
in entrambi i casi – per quanto spiacevole – il consiglio è solo
di rallentare ma non azzardare niente di brusco – soprattutto con
un vecchio van – se non si vuol finire a testa in giù; quindi
tirare dritto Che tanto è pieno. Il consiglio non vale con le
mucche!). Dopo averci consigliato un campeggio economico per dormire.
Il prezzo della riparazione sarebbe 10 dollari simbolici ma abbiamo
banconote di grosso taglio e il buonuomo si accontenta degli spicci
che sono di circa cinque dollari e qualcosa.
Il
campeggio è una sorta di baraccopoli con case (definizione fin
troppo benevola) in lamiera, un tipo con la dentiera che ci conduce
alla piazzola sul suo quod difficile da seguire sulla sabbia. La
piazzola si trova tra il mare e il faro, poco più a nord il mare si
infrange sulla scogliera e quando l'acqua ci sbatte si alzano geyser
di una ventina di metri, diversi chilometri più a sud c'è già
Carnarvon.
Le
nuvole che si estendono all'orizzonte danno un tocco di magia al
tramonto sul mare che le colpisce colorandole di romanticismo, ma
stasera l'infinità di stelle che erano diventate familiari verranno
oscurate.
La
scorta d'acqua è ancora abbondante, Jason ,il taiwanese che
incontriamo anche in questo campeggio, ci mostra la sua doccia
portatile comprata per 10 dollari e ce la offre, ma decliniamo per
non privarlo del bene neanche per un secondo. In compenso ci traduce
una frase lasciata da Chris nel loro alfabeto fatto di segni
incomprensibili e di nuovo ci si commuove e mi chiedo com'è che sia
diventato così sentimentale.
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