venerdì 18 gennaio 2013

Settimana delle salviette per bambini Comfy bots baby wipes Coles - intermezzo



Tempo fa lessi un interessante articolo su usi e costumi in giro per il mondo, riguardo un argomento di cui raramente si parla: il pulirsi il culo. Nello specifico l’articolo si concentrava sulle difficoltà che incontra un’azienda produttrice di carta igienica nell’assecondare le differenti usanze nello strofinio: c’è chi la piega in quadratini, c’è chi l’appallottola e altro che non ricordo, ma non credo ci siano molte alternative (a questo punto la domanda sarebbe: e tu come la usi? Ma non voglio indagare). Quest’azione, questo differente utilizzo, era ciò che più turbava la casa produttrice, che, ad ogni atto di pulirsi il culo, doveva di fatto associare una differente combinazione di più o meno strati per garantire resistenza, di maggiore o minore ruvidezza e via così, il tutto per dare il massimo piacere e la massima pulizia al consumatore finale. Non voglio entrare più nel dettaglio delle azioni di marketing intraprese da compagnie di carta igienica, la premessa vuole introdurre il gravoso problema che l’italiano deve affrontare ogni volta che si reca all’estero. Il nostro bidet sembra essere un oggetto misterioso fuori nazione, tanto che alcuni pensano che sia il cesso dei figli, o vasca per nani, o la vaschetta per far bere il cane. Non ho visitato così tanti posti nel mondo, ma ricordo di non averne trovati in Francia nonostante il nome rimandi alla lingua francese; in Portogallo ne ho trovati e mi sono stupito del loro utilizzo come portariviste, in Spagna non ricordo, ma i due coinquilini mi hanno rivelato che – seppure non troppo diffuso – sia un oggetto presente, destinato all’uso femminile, naturalmente (?). In Australia, dove la carta igienica viene utilizzata un po’ per tutto, ci si pulisce le parti intime, o ci si soffia il naso, o si sgrassa la bocca a tavola (non con lo stesso foglio e, se proprio dovesse capitare, non in quest’ordine), il bidet non esiste. Esistono però due bagni: il bathroom e la toilet: nel primo ti lavi (essenzialmente è costituito da doccia e lavandino), nel secondo espleti (c’è solo il sempreverde cesso). In una casa in cui convivono più di tre persone avere i due bagni separati è un vantaggio in quanto calano le probabilità di trovarli occupati entrambi, naturalmente se devi lavarti non lo farai al cesso e se devi espletare non lo farai nel lavandino (si spera). D’altra parte rimane il problema della freschezza anale dopo aver defecato tanto cara agli italiani. Per ovviare a questo increscioso problema, una soluzione, che voglio magnanimamente condividere, è quella di andare nel reparto bimbi dei supermercati e comprarsi una bella scatola di salviette umidificate, quelle per lavare i bambini. In caso di imbarazzi alla cassa, si può fingere di avere un figlio sporcaccione, ma generalmente in australia nessuno si stupisce di niente, anche se è sempre meglio utilizzare le salviette lontano dalla vista di terze persone, ma anche di seconde. Per quanto mi riguarda, a conclusione di quella che potrei chiamare “la rubrica dei consigli pratici per la sopravvivenza in australia”, personalmente, per l’ottimo rapporto convenienza/praticità/freschezza/quantità, mi sento di consigliare le salviette per bambini Comfy bots baby wipes Coles. P.S. ovviamente qualche genio del marketing fatto in casa ha trovato una soluzione alternativa per gli italiani più veraci: il bidet portatile da applicare sopra la tavoletta del cesso, ma mi oppongo e non fornirò maggiori dettagli se non lo slogan enigmatico che riporta il sito “Ideale anche quando il bidet di casa diventa scomodo perché troppo basso.”. Per maggiori info cacatelo su google














1 commento:

Licenza Creative Commons
IL SALTO DEL KOALA by FABIO MUZZI is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.