giovedì 20 dicembre 2012

Trenta chili e 21 grammi, il peso della Singer del ‘52



Riparare una macchina da cucire Singer del 1952 non è esattamente quello che mi sarei aspettato di dover fare una volta sbarcato in Australia. Ma qui gli schemi mentali acquisiti in anni di studi e lavoro non contano e tutto diventa possibile. È possibile che la frenesia dei ritmi di vita logori e logoranti acquisiti scivoli in secondo piano. Succede così di prendere tra le mani un oggetto mai toccato prima come può essere una macchina da cucire che ha appena compiuto sessant’anni di vita. Ma si sa, come per i cani a cui ci affezioniamo sempre troppo da non essere mai pronti alla loro scomparsa, la tecnologia corre così veloce che anche per una macchina da cucire un anno umano ne conta come sette, e con i continui progressi sempre qualcosa di più, tanto da non affezionarsi più alle cose. Così la macchina, che gentilmente il padrone di casa mi presta per donarla alla ragazza che sorride al mondo, è bella che morta (la macchina). Tra le mani ho uno splendido oggetto inanimato dal peso assurdo, con un corpo fatto interamente di legno e ferro, il peso dev’essere intorno ai trenta chili meno i 21 grammi del peso di un’anima che dev’essersi spenta serenamente, per il lavoro svolto e la cura delle mani di quelle donne che cuciono, diverso tempo fa. Ma per quanto bella, così non mi serve.
Con la curiosità dei bambini che smontano le cose e la tenacia di un dr. Frankenstein smonto i pezzi principali, cerco di intuire le dinamiche, rimetto viti dove mancano. Provo ad accendere ma il motore gira a vuoto senza che la macchina risponda. Stacco la spina e la muovo a mano e capisco le dinamiche di un ingranaggio semplice ed affascinante, come sono le auto d’epoca che ho imparato a conoscere, senza accorgermene, seguendo le riparazioni di un grande amico, nonchè del più grande meccanico di auto antiche che abbia mai conosciuto (non che ne abbia conosciuti altri oltre lui, ma sento che le sue capacità sono rare da ritrovare). Seguire le sue riparazioni era un aspetto secondario, fondamentalmente quello che facevo era dargli una mano, fargli compagnia, stappare e bere birre, sparare cazzate, aspettare che un’altra macchina fosse pronta a camminare su strada, fare un giro, salutare i passanti curiosi, sentire freddo fin nelle ossa tanto da metter giornali sotto la felpa quando i collaudi si facevano nelle fredde notti invernali. Quelle cose che si fanno tra amici.
Quindi mi trovo con questa macchina da cucire tra le mani, il pensiero che va alle auto antiche e quella consapevolezza - acquisita osservando - che le cose di una volta sono oggetti finiti, non contemplano l’elettronica che rende quelli attuali quasi infiniti e in questa loro finitezza esatta la ragione di un mancato funzionamento deve trovarsi per forza di cose al loro interno, esattamente costruito. 
Gli ingranaggi sono al loro posto, muovendo a mano la rotella che normalmente dovrebbe girare grazie al motore, il movimento stenta ma avviene. Serve il sangue: manca l’olio. Anni dimenticata in uno scantinato hanno indurito le sue giunture fino al punto che il motore che fa da cuore pompa senza avere reazioni. A questo punto è quindi sufficiente oliare gli ingranaggi, attaccare la spina e il sangue torna a circolare e la macchina risorge e prende vita. Farla poi correre non sarà immediato: il filo si spezza. Forse è messo male e dev’essere messo al contrario, come tutto qua, o forse il filo è solo troppo vecchio e va cambiato. La seconda. Ora cuce e cuce bene, se non fosse per il fatto che ogni dieci secondi salta la corrente in tutta la casa e la causa è lei e i suoi ingranaggi ossidati e i suoi fili malandati. Ripenso a quante volte ho sentito dire “sarà un contatto” per spiegare luce che va e che viene, ma alla fine non lo era mai; ma se si usa questa espressione sarà successo e probabilmente succedeva in passato. Ed ecco la parte più difficile: smontare il cavo della corrente, capire, accorciare e ripristinare, ma anche queste cose erano all’ordine del giorno con le auto d’epoca e – con mia sorpresa – riesco in breve a risolvere quello che sembra essere, finora, l’ultimo problema.
Ora, quando la sollevo, sento chiaramente che il peso è di 30 chili e 21 grammi. 

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