mercoledì 26 dicembre 2012

È un forte cavallo che vola. Il suo nome è Pegasus



Il loro inglese è buono, probabilmente hanno un vocabolario più esteso del nostro, ma la paura di sbagliare li blocca e pronunciare alcune lettere gli crea enormi problemi: il pensiero comune vuole che sia la R a creargli problemi, ma vi sono altrettante difficoltà con la pronuncia della F che spesso suona come una B. Hanno nomi inglesi e tratti orientali: le due cose non vanno propriamente d’accordo. Scopro così che oltre ad aver abbandonato la loro terra, gli affetti, i parenti, i cibi speziati, hanno lasciato alle spalle anche quei loro nomi densi di significati mistici e affascinanti per adattarsi alle esigenze del posto. È così che per molti è stata l’insegnante del corso d’inglese a ribattezzarli, a scegliere un nome facile e privo di connotazioni così poetiche come sono i nomi occidentali. È così che il dolce e paffuto taiwanese il cui nome originale significa forte cavallo che vola, è stato ribattezzato Jhonny, è così che si perde la poesia, e noi quando scopriamo un tale affronto alla poetica orientale lo ribattezziamo Pegasus in un estremo tentativo di mantenere un significato che rende la sua paffuta dolcezza un po’ meno impacciata. Molti, non tutti, sono stati ribattezzati dagli insegnanti di inglese, Chris no. Chris lavora dodici ore al giorno, sveglia alle 3 di mattina a letto alle 6 di pomeriggio, è difficile incontrarlo, perché di lavoro sposta pietre a mano e quando torna sporco e con la maglia strappata è troppo stanco per parlare, mangia e va in coma come dice lui. Chris, che ama l’Italia e Michelangelo e finchè era a Taiwan lavorava in una galleria d’arte, ha scelto il proprio nome un attimo prima di partire. Nell’inventario delle cose da fare era rimasto di cambiare il nome e, probabilmente, ricordarsi di prendere lo spazzolino dopo averlo utilizzato un’ultima volta. Preso lo spazzolino, si è guardato intorno ed ha letto vari annunci pubblicitari fino a scegliere quello stampato sull’etichetta della bottiglia di latte che teneva in mano: “Chris Milk”, ovviamente ha tenuto Chris e buttato il Milk. Per pudore e per evitare di incappare in facili ironie, con Rex ho voluto evitare di entrare nell’argomento.

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