martedì 30 ottobre 2012

Settimana del vecchio cigno baracca e del fiume cigno. Poi, invece dei cigni, vedi pellicani


Il giorno seguente incrociamo in camera Karl, lui di anni ne ha 50 è di origine sudafricana, risiede a Melbourne ma ora è a Perth dove per diverso tempo lavorerà come manovale e dormirà in ostello, ma ogni tanto torna in Africa quando sente il richiamo (avrebbe pure una ex moglie e un paio di figlie da qualche parte, ma il loro richiamo lo sente di meno). Perché l’ostello chiedo io (interessato al lato spicciolo della faccenda)? Karl sostiene che a causa dei FIFO (che se non sbaglio sono i minatori e la sigla sta per Fly In Fly Out, nel senso che si fanno due o tre settimane di lavoro durissimo e una di pausa) che guadagnano un botto, i prezzi delle case sono cresciuti a dismisura e quindi preferisce l’ostello. Capisco poco il discorso, perché dai miei calcoli, per quanto gli appartamenti costino discretamente, l’ostello è una spesa molto più onerosa, ma magari lui ha ostello-lavoro (il nostrano casa&bottega) vicini e si è fatto i suoi di calcoli. E forse me lo dice anche ma il suo inglese è difficile e i suoi monologhi sono logorroici al punto da perdere il filo e limitarsi ad annuire tanto lui è partito e non si ferma. Si ferma per respirare erba da un cilum fatto a mano. Si fa una doccia ed è pronto per sbronzarsi in scioltezza. Karl ci consiglia un pub in centro: Generous Squire dove, seduto ai lunghi tavoli, sarà difficile non fare la conoscenza di qualche personaggio. Seguiamo il consiglio e sbirettiamo là. C’è anche Karl, ma è arrivato prima e ha bevuto già abbastanza da non riconoscerci. Così a sedersi al nostro tavolo sono un coreano palestrato e un ceco con una sbronza in stato avanzato. Appurato che siamo italiani, il coreano inizia a cantare “That’s Amore”, mentre il ceco biascica le sole 3 parole italiane che conosce “ciao, bella, pizza”. Nonostante abbia una birra media in mano, il coreano non beve, dice che si è troppo sbronzato la sera prima e così la birra me la regala e… come dire di no? A caval donato… a birra donata poi… Entrambi promettono lavori: il coreano dice di conoscere il proprietario e di farci lavorare là, l’altro qualcosa in cantiere. Il coreano va anche a chiamare il proprietario che, guarda caso, quel giorno non c’è, mentre il ceco, provo a risentirlo il giorno seguente ma sperare che si ricordi della serata trascorsa è una pretesa eccessiva.
I primi tre giorni in ostello scorrono via bene, con i compagni di stanza amichevoli quanto discreti, al quarto giorno vorremmo rinnovare la prenotazione ma non ci sono più camere disponibili tranne una doppia che ovviamente costa un po’ di più ma neanche troppo e ti dà la possibilità di rilassarti un attimo. La camera è disponibile per una sola notte, quindi la tranquillità della nuova sistemazione dura giusto il tempo di svuotare un po’ più lo zaino e fare mente locale su cosa ci ho schiaffato dentro. Fatto il punto della situazione torniamo in strada con lo zaino piccolo in spalla appesantito dai pc portatili (che sarà la costante per circa un mese, per la gioia delle nostre schiene) a cercare un altro ostello. Al primo ostello che visitiamo sono pieni ma ci danno un’utilissima lista di tutti gli ostelli disponibili in città. Avendo girato un po’ il quartiere nei primi giorni abbiamo imparato ben presto quali evitare, così scegliamo l’Old Swan Barracks, che sembra accogliente e tranquillo, come di fatto si rivelerà, dotato di una fotonica stanza comune per la colazione e varie e eventuali che sembra in tutto e per tutto una vecchia stazione ferroviaria. Un dettaglio: la colazione dell’Underground è nettamente più ricca – oltre alle marmellate offre anche la possibilità di avvelenarsi con il “Vegemite”, una specie di marmellata più densa, nera come il petrolio e dal sapore di piedi dopo una settimana di corse senza mai togliere le scarpe – una roba forte per stomaci forti, e anche io che mi definisco di bocca buona, dopo il primo morso rinuncio. I compagni di stanza dell’Old Swan Barracks (che sarebbe la baracca del vecchio cigno, che si trova nella cittaà – Perth –attraversata dal fiume Swan River, fiume cigno, ma i cigni, come i canguri, la prima settimana non si fanno vedere) sono quattro (i compagni di stanza, non i cigni) e non fanno che dormire, sono asociali e non si capisce nè da dove provengano, né cosa facciano, né dove siano diretti, tra loro non si conoscono ma sono accomunati da questa grande passione per i letti dell’ostello che mi rimane difficile da capire.

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