giovedì 25 luglio 2013

Trentacinque


Passavano i giorni. Lei era in farm che lavorava, io ero nel giardino della casa che ci dava alloggio a strappare erbacce. Lavoravo tre ore al giorno, a volte quattro, poi mi annoiavo nella solitudine delle ore che precedevano il suo ritorno. La piscina mi guardava tentatrice ma sapevo che l'acqua non sarebbe stata calda abbastanza da attrarmi per un tuffo e sapevo anche che la desolazione di una piscina vuota avrebbe aumentato la mia solitudine. Quindi cercavo lavori improbabili come quello al McDonald e leggevo Fight Club in inglese e passeggiavo lungo il ruscello che attraversava il bosco dietro casa e pensavo. Pensavo molto.
E i conflitti erano in conflitto l'uno con l'altro, mi pareva di intravederci un accenno di schizofrenia. Sono le controindicazioni del woofing: lavori ma quando hai finito vorresti trovare qualcosa da fare a pagamento, ma il tempo scivola via e hai già speso le ore migliori a lavorare in cambio di vitto e alloggio e non sei molto lucido per cercare qualcosa e la fretta ti deconcentra e offerte di lavoro ce ne sono poche e allora pensi che in fondo quel che hai fatto è stato un lavoro e può andare bene e ti rilassi, ma poi pensi che effettivamente se trovassi un lavoro “vero” a tempo pieno non avresti bisogno di qualcuno che ti dia vitto e alloggio e allora riparti con le ricerche, ma intanto sono passate le 5pm e le attività son tutte chiuse.
Poi arrivava il momento di andare a prenderla e la mente si sgomberava.
Così più o meno per un paio di settimane.

Poi arrivò un'altra coppia di italiani a fare woofing con noi e lì, non solo per rompere la monotona routine solitaria, iniziai a fare del bene. Erano arrivati in australia solo da un paio di giorni, avevano il nostro stesso sguardo spaventato e speranzoso, lo sguardo che avevamo sette mesi prima. Come noi sapevano cosa fare ma erano confusi sul come; con piacere e naturalezza li aiutai nei momenti di ormai ex solitudine. Li aiutai come nessuno fece con noi, ma sentivo che lo meritavano e venne spontaneo, ma durò poco. 

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IL SALTO DEL KOALA by FABIO MUZZI is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.