mercoledì 13 febbraio 2013

You’ll never walk alone



You’ll never walk alone non è solo la frase, la canzone, che accompagna il Liverpool e i suoi tifosi. Non se la leggi fermo a un semaforo sul retro di un camioncino che fa un servizio mai visto prima, che fa porte per animali domestici. Non se sul camioncino c’è la foto di un cane di quelli che sembrano sorridere così come faceva Ringhio. Non se hai saputo due ore prima che Ringhio è stato soppresso. E allora la scritta dog doors riporta alla mente il ricordo di quando marcello ha bucato la finestra e ha fatto una dog door semplice e funzionale in legno rivestita con una coperta di lana per tamponare gli spifferi, e ringhio era lì che guardava curioso ma non capiva e allora noi lì a mettere gli ossi oltre la porticina e a infilargli la testa nel buco e lui mangiava l’osso e rimetteva la testa dentro e giù ancora finchè non ha capito. E quella costruzione sarebbe stata una delle ultime cose che avrebbe visto, perché poi la vista avrebbe preso ad oscurarsi, ma, noncurante della cecità data dal diabete, sarebbe andato avanti a testate finchè le gambe non gli hanno definitivamente ceduto, fino a non poterne più, fino a ieri, fino a ieri che è stato soppresso e io non ero con lui e io ero dall’altra parte del mondo e avrei voluto essere lì a fare forza a lucia. A rispiegargli che in fondo si deve sapere che la vita di un cane dura meno di quella di un uomo, che ci si deve preparare per tempo alla dipartita, anche se in verità non sarei stato convinto dell'esattezza quelle parole. E forse sarei stato combattuto se manifestare la tristezza con un funerale di quartiere – perché lui era il cane di tutto il quartiere – una cosa malinconicamente allegra con tutta la gente a ricordare gli episodi più strani, con un manifesto appeso al campetto che era il suo regno di conquista, o se tenerla per me per non far apparire eccessivo il dolore provato agli occhi di chi non sa e non può sapere. E invece sono qui, dall’altra parte del mondo fermo ad un semaforo a riflettere sull’incontro impossibile con quel camioncino, a ricordare.
Quando scatta il verde sono tutto bagnato di lacrime e muccolo.
L’idea del funerale mi sarebbe piaciuta, per ricordarlo attraverso le storie, attraverso tutte le avventure che viveva quotidianamente e che non mi ha mai raccontato a voce, ma la sua faccia esausta e contenta al ritorno mi faceva immaginare molto. Quelle storie conosciute attraverso le parole della gente.
Come la coppia di vecchietti che gli tirava da mangiare in strada e lui ogni giorno andava alla solita ora sotto il davanzale ad aspettare cibo che mangiava per sfizio non per fame. Andava sempre là sotto e loro erano sempre lassù. Fino a quando è morto il marito e loro quel giorno non c'erano più. E Ringhio senza chiedere il permesso a nessuno è entrato in casa e si è messo a sedere ai piedi del letto dov’era la salma, come a salutarlo. E lì è rimasto finchè la salma è stata là. Questa storia me la raccontò la moglie tempo dopo.
Come la vecchietta che mi raccontò che semplicemente l’aveva aiutata ad attraversare la strada
Come di quando è scappato di casa per qualche giorno e poi è tornato come se nulla fosse. Finchè non abbiamo incontrato una ragazza con un cane identico ma più peloso e ci ha raccontato la storia d’amore tra ringhio e la madre. La madre era un husky, abitava a un paio di quartieri di distanza, e doveva essere bellissima. Ma al di là della bellezza, ciò che lo attirava era che era in calore. E quel suo calore era bastata una folata di vento per farlo percepire al suo fiuto da segugio che era una delle razze che si erano mischiate nell’incontro generazionale di diverse specie bastarde fino a partorire questo formidabile bastardo di cane. Insomma il bastardo aveva fiutato l’aria e l’aria era densa di desiderio e lui era un bellissimo bastardo, forte, coraggioso, tenebroso, insaziabile e immagino anche romantico. E la sua voglia era incontenibile e non bastava una recinzione per trattenerlo. È così che fuori dal cancello della cagna in calore stava piazzato da due giorni questo latin lover, tanto che il padrone dell’husky chiese ad un suo dipendente di prendere questo cane abbandonato. Il dipendente viveva a 5 chilometri di distanza. Quel pomeriggio i suoi figli furono felicissimi di giocare con il nuovo cane, la mattina dopo furono abbattuti per non avere più quel cane con loro. La mattina dopo il bastard lover ancora non era da noi, ma era di nuovo là, di fronte al cancello dell’amata. Poi un giorno è tornato a casa come nulla fosse. E, sebbene nessuno in quella casa abbia mai visto ringhio entrare, qualche mese dopo c’erano otto ringhi in miniatura incrociati con un husky.
Come tutte le storie che si porta dietro con lui e che non conoscerò mai. Come tutte quelle che abbiamo vissuto insieme, come era facile capirsi.
Come quando era libero, anarchico, indipendente. Era mio amico e mio fratello.
I'll never walk alone
Come era Ringhio

2 commenti:

  1. Ringhio te lo abbiamo salutato noi, e lui ha capito e ricambia. Un funerale, un'occasione per stare insieme senza disperazione, piuttosto con felicità, sarebbe bello. Adesso, però, che è sepolto. Prima no, prima avrebbe soltanto reso il giorno fatidico molto più difficile, straziante, e forse io e lucia non saremmo nenche riusciti a fare quello che andava fatto.
    Ieri sera siamo stati a trovarlo con Lorenzo, Mauretto e Gnazio. Sti giorni scrivo al campetto che chi vuole salutarlo può chiedere a me o a lucia.

    bel saluto che gli hai scritto.
    ciao
    marcello

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  2. Porca miseria Fabiè quanto mi hai fatto piangere, mi dispiace tanto che Ringhio non ci sia più, mi ha fatto piacere conoscerlo.
    Purtroppo la malattia è stata più forte, la vecchiaia più audace...ti posso dire solamente che avete regalato a Ringhio la vita che ogni cane vorrebbe vivere e la libertà, lui sarà sempre con te. Ciao Ringhio un bacio e un pensiero a te, un abbraccio a voi ragazzi

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