You’ll never walk alone non è solo la frase, la canzone, che
accompagna il Liverpool e i suoi tifosi. Non se la leggi fermo a un semaforo
sul retro di un camioncino che fa un servizio mai visto prima, che fa porte per
animali domestici. Non se sul camioncino c’è la foto di un cane di quelli che
sembrano sorridere così come faceva Ringhio. Non se hai saputo due ore prima
che Ringhio è stato soppresso. E allora la scritta dog doors riporta alla mente
il ricordo di quando marcello ha bucato la finestra e ha fatto una dog door
semplice e funzionale in legno rivestita con una coperta di lana per tamponare
gli spifferi, e ringhio era lì che guardava curioso ma non capiva e allora noi
lì a mettere gli ossi oltre la porticina e a infilargli la testa nel buco e lui
mangiava l’osso e rimetteva la testa dentro e giù ancora finchè non ha capito.
E quella costruzione sarebbe stata una delle ultime cose che avrebbe visto,
perché poi la vista avrebbe preso ad oscurarsi, ma, noncurante della cecità data
dal diabete, sarebbe andato avanti a testate finchè le gambe non gli hanno
definitivamente ceduto, fino a non poterne più, fino a ieri, fino a ieri che è
stato soppresso e io non ero con lui e io ero dall’altra parte del mondo e
avrei voluto essere lì a fare forza a lucia. A rispiegargli che in fondo si
deve sapere che la vita di un cane dura meno di quella di un uomo, che ci si
deve preparare per tempo alla dipartita, anche se in verità non sarei stato convinto
dell'esattezza quelle parole. E forse sarei stato combattuto se manifestare la tristezza
con un funerale di quartiere – perché lui era il cane di tutto il quartiere –
una cosa malinconicamente allegra con tutta la gente a ricordare gli episodi
più strani, con un manifesto appeso al campetto che era il suo regno di
conquista, o se tenerla per me per non far apparire eccessivo il dolore provato
agli occhi di chi non sa e non può sapere. E invece sono qui, dall’altra parte
del mondo fermo ad un semaforo a riflettere sull’incontro impossibile con quel
camioncino, a ricordare.
Quando scatta il verde sono tutto bagnato di lacrime e
muccolo.
L’idea del funerale mi sarebbe piaciuta, per ricordarlo
attraverso le storie, attraverso tutte le avventure che viveva quotidianamente
e che non mi ha mai raccontato a voce, ma la sua faccia esausta e contenta al
ritorno mi faceva immaginare molto. Quelle storie conosciute attraverso le
parole della gente.
Come la coppia di vecchietti che gli tirava da mangiare in
strada e lui ogni giorno andava alla solita ora sotto il davanzale ad aspettare cibo che mangiava per sfizio non per fame. Andava sempre là sotto e loro erano sempre lassù. Fino a quando è morto il
marito e loro quel giorno non c'erano più. E Ringhio senza chiedere il permesso a nessuno è entrato in casa e si è messo a sedere ai piedi del letto dov’era
la salma, come a salutarlo. E lì è rimasto finchè la salma è stata là. Questa storia me la raccontò la moglie tempo dopo.
Come la vecchietta che mi raccontò che semplicemente l’aveva aiutata ad
attraversare la strada
Come di quando è scappato di casa per qualche giorno e poi è
tornato come se nulla fosse. Finchè non abbiamo incontrato una ragazza con un
cane identico ma più peloso e ci ha raccontato la storia d’amore tra ringhio e
la madre. La madre era un husky, abitava a un paio di quartieri di distanza, e
doveva essere bellissima. Ma al di là della bellezza, ciò che lo attirava era
che era in calore. E quel suo calore era bastata una folata di vento per farlo
percepire al suo fiuto da segugio che era una delle razze che si erano
mischiate nell’incontro generazionale di diverse specie bastarde fino a
partorire questo formidabile bastardo di cane. Insomma il bastardo aveva
fiutato l’aria e l’aria era densa di desiderio e lui era un bellissimo
bastardo, forte, coraggioso, tenebroso, insaziabile e immagino anche romantico. E la sua
voglia era incontenibile e non bastava una recinzione per trattenerlo. È così
che fuori dal cancello della cagna in calore stava piazzato da due giorni questo
latin lover, tanto che il padrone dell’husky chiese ad un suo dipendente di
prendere questo cane abbandonato. Il dipendente viveva a 5 chilometri di
distanza. Quel pomeriggio i suoi figli furono felicissimi di giocare con il nuovo
cane, la mattina dopo furono abbattuti per non avere più quel cane con loro. La
mattina dopo il bastard lover ancora non era da noi, ma era di nuovo là, di fronte al cancello dell’amata.
Poi un giorno è tornato a casa come nulla fosse. E, sebbene nessuno in quella casa abbia mai visto ringhio entrare, qualche mese dopo c’erano otto
ringhi in miniatura incrociati con un husky.
Come tutte le storie che si porta dietro con lui e che non
conoscerò mai. Come tutte quelle che abbiamo vissuto insieme, come era facile capirsi.
Come quando era libero, anarchico, indipendente. Era mio amico e mio fratello.
I'll never walk alone
Come quando era libero, anarchico, indipendente. Era mio amico e mio fratello.
I'll never walk alone
Come era Ringhio
Ringhio te lo abbiamo salutato noi, e lui ha capito e ricambia. Un funerale, un'occasione per stare insieme senza disperazione, piuttosto con felicità, sarebbe bello. Adesso, però, che è sepolto. Prima no, prima avrebbe soltanto reso il giorno fatidico molto più difficile, straziante, e forse io e lucia non saremmo nenche riusciti a fare quello che andava fatto.
RispondiEliminaIeri sera siamo stati a trovarlo con Lorenzo, Mauretto e Gnazio. Sti giorni scrivo al campetto che chi vuole salutarlo può chiedere a me o a lucia.
bel saluto che gli hai scritto.
ciao
marcello
Porca miseria Fabiè quanto mi hai fatto piangere, mi dispiace tanto che Ringhio non ci sia più, mi ha fatto piacere conoscerlo.
RispondiEliminaPurtroppo la malattia è stata più forte, la vecchiaia più audace...ti posso dire solamente che avete regalato a Ringhio la vita che ogni cane vorrebbe vivere e la libertà, lui sarà sempre con te. Ciao Ringhio un bacio e un pensiero a te, un abbraccio a voi ragazzi