giovedì 21 febbraio 2013

Spiagge-1






L’Australia, che è grande più o meno come l’Europa, conta più o meno 23 milioni di abitanti, più o meno un terzo dell’Italia. In Australia l’85% della popolazione vive a meno di 50 km dalla spiaggia (fonte cartine tally-ho). 
Meno di 50 km dalla spiaggia!
Nonostante la vicinanza alle spiagge, la scarsa densità di popolazione, rende le coste semideserte, specie se rapportate ai tristi standard italiani. Il cielo è infinito, la spiaggia sconfinata. Mancano le strutture, se per strutture si intendono le privatizzazioni di terra pubblica che coprono gran parte del perimetro dei litorali nostrani con ombrelloni, lettini, sedie e persone su persone. Qui ognuno è libero di attrezzarsi come meglio crede: vuoi l’ombra? Ti porti l’ombrellone o una tenda da mare. Vuoi stare seduto? Ti porti la sedia. Vuoi birra fresca? Ti porti un frigo portatile su cui ti puoi anche sedere. Vuoi semplicemente fare il bagno dove ti pare? Ti porti il costume e scegli il posto.
Nella zona di Perth ci sono posti più o meno frequentati da persone e, all’occasione, anche da squali. Scarborough e Cottesloe vanno sicuramente visitate, specie se ci si vuol cimentare con un po’ di surf e magari prendere qualche lezione (più facile la seconda spiaggia, più competitiva la prima). Fare surf sembra essere un buon modo per stuzzicare l’appetito dei pescecani, ma i surfisti sono di natura impavida e gli squali si spostano molto, non è detto dunque che, se avvistati un giorno, il giorno seguente ce ne siano ancora.
A spostarsi un po’ da Perth si scoprono luoghi meno noti, meno frequentati e, in alcuni casi, molto più interessanti. Del mio amore per Jhon Graham Recreation Reserve (o Woodman park) con i suoi delfini-pellicani-stellemarine-squali-pescatori ne ho già parlato a sufficienza.
Senza spostarsi troppo, tra Fremantle e il suddetto parco si trovano altri cartelli che indicano spiagge. C.Y. O’Connor si trova appena fuori la città, è una spiaggia sicuramente meno suggestiva rispetto al Woodman Park, ma ha comunque una sua ragion d’essere. Oltre al gran numero di cani, tutti perfettamente educati, che i padroni portano liberamente a fare una passeggiata e un bagno su questo tratto di oceano, la spiaggia è divisa in due dal relitto di un’antica nave affossato sotto il bagnasciuga. La poppa emerge dalla sabbia, parti del corpo dell’imbarcazione affiorano appena e la prua fuoriesce dall’acqua. Più in là nel mare affiora la statua di una testa umana su un cavallo di quella che avrebbe potuto essere la polena della nave. La sabbiosità delle varie spiagge, unita alla minaccia squali più a largo, frena il desiderio di fare snorkeling in mare aperto, ma il relitto di un’imbarcazione, con le alghe e tutto ciò che vi si attacca, è di grande attrattiva per un gran numero di pesci che si spingono a un passo dalla costa per escursioni guidate di gruppo o in solitaria, per aragoste che si incuneano tra le assi, sporadicamente per meduse che osservano il relitto dal pelo dell’acqua


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