La strada scelta per arrivare
da Mareeba a Port Douglas, sale gradualmente sino alla cima di Mount
Malloy. Quanto siamo in alto rispetto al livello del mare si intuisce
solo scendendo tra tornanti e controtornanti che si alternano ripidi,
finchè, a metà montagna, una curva si allarga in uno spiazzo
panoramico da cui si vede il mare, che per noi non è mare qualsiasi,
è oceano, ma nemmeno, è l'”altro” oceano. Perth, da dove
avevamo preso la via dell'ignoto in un commovente giorno di fine
aprile, si trova sulla parte più a sud della costa ovest australiana
bagnata dall'Oceano Indiano, quello che invece si scorge tra le
fronde di questo monte a nord della costa est è il Mar dei Coralli,
è l'Oceano Pacifico. Più di due mesi e più di 10000 chilometri
dopo, di fronte a questo panorama mozzafiato (per il suo significato
più che per la bellezza) l'acqua che si estende all'orizzonte
significa la fine del coast to coast scegliendo la via più lunga.
Nel sospiro di sollievo alla
vista del mare c'è un fremito di commozione dentro il quale ci sono
paure e incognite di un cammino lungo e incerto a bordo di un vecchio
van attraverso deserti, caldo, piazzole di sosta in mezzo al nulla,
attraversamento animali, taniche di benzina per le distanze più
lunghe, taniche d'acqua, persone, amici, falchi, aquile, cani,
canguri, wallaby, cinghiali, emù pesci delfini ragni serpenti
formiche...
Siamo sempre più lontani dal
punto di partenza che sia Perth o che sia Italia, l'acqua di fronte
segna un punto di arrivo, ma il viaggio non è finito, ci sono ancora
centinaia di km di questa costa da scoprire.
Nessun commento:
Posta un commento