Le settimane scorrevano troppo
veloci, ogni settimana che con risoluzione decidevamo sarebbe stata
l'ultima accadeva qualcosa che ci faceva desistere. L'organizzatrice
del rodeo, entusiasta per come pulivamo di mattina presto il suolo
dai relitti alcolici della sera prima, ci propose di piccare lime nei
giorni seguenti. Ovviamente accettammo. Saremmo stati ancora da Patch
senza esserci troppo a stretto contatto e allo stesso tempo “facendo
moneta” come diceva lui.
Perchè stavamo ancora da Patch
non è facile spiegarlo. Non era solo per il fatto di azzerare i
costi di vitto e alloggio, non del tutto. Credo fosse collegato al
bisogno di avere un luogo da chiamare casa, dove svegliarsi e dove
ritornare la sera, dove cercare di mettere un pizzico di radici.
Perchè lui non ci cacciasse benchè il nostro tempo a disposizione
per lui fosse drasticamente calato credo sia riconducibile al
concetto di solitudine. Aveva divorziato dalla moglie e in un certo
senso anche dai due figli, la femmina si era sposata e aveva cambiato
città, il maschio abitava qua vicino ma non si vedevano mai. Noi
eravamo i suoi surrogati di figli, noi lo ascoltavamo nei suoi
deliri, e lo aiutavamo in tutto, eravamo quello che i suoi figli non
erano stati, ma noi non avevamo alternative e noi eravamo solo di
passaggio. Aveva anche una fidanzata con la quale presumo riuscisse
ad avere un buon rapporto perchè la maggior parte del tempo erano
lontani, molto lontani, lei era in Inghilterra. Il suo carattere
scontroso lo aveva isolato in una casa vuota durante la settimana,
mentre si circondava di gente di passaggio nel fine settimana al
mercato e in ostello, ma quella gente non erano amici, erano clienti
e backpackers avventori occasionali.
Per questo credo ci
telefonasse, anche quando non lo accompagnavamo, per raccontarci i
piatti cucinati o l'esito del mercato. Eravamo diventati i suoi amici
e i suoi figli ideali.
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