C’era una volta Perth. C’era una volta Susan (e suo fratello
Arnold). C’era una volta l’autobus. C’erano, poi ho deciso che non ci sarebbero
stati più. Lascio casa, lascio la città, faccio il pieno di benzina e imposto
il navigatore direzione sud. Direzione farm, direzione lavoro fisico, campi,
fragole, ciliegie, direzione mosche, ragni e serpenti, ma anche chilometri di strade
dritte, deserto, canguri che di notte attraversano senza preavviso, spiagge
incontaminate, alberi giganti, sud che qui significa più freddo o meno caldo a
seconda della stagione. Salutare Susan, se non dorme salutare Arnold. Lei è in
casa, lui anche ma dorme ancora, salutalo te per noi. D’improvviso lei si
scioglie ed esce dal suo guscio di timidezza, ma è troppo tardi per instaurare
un rapporto che renda il saluto abbastanza affettuoso. E il ricordo di una
convivenza verso la quale siamo riusciti a trovare i lati positivi nonostante ce
ne fossero pochi svanisce varcando la porta di casa per l’ultima volta.
Tutto cambia. Ma per cambiare ci vuole volontà, qui neanche
troppa, ma un minimo ci vuole.
L’emozione della novità pervade lo spirito e rinvigorisce il
corpo, una nuova destinazione da impostare, un lungo viaggio, nuovi incontri,
nuove situazioni, nuovi orizzonti.
Ma.
Tutto cambia.
Quale sia la frequenza dei cambiamenti e se gli alti e bassi
siano normali o si catalizzino su di me non mi è dato saperlo, ne è facile
quantificarlo per farne una statistica. Fatto sta che le cose cambiano in
fretta e l’alternanza di alti e bassi ha cadenza giornaliera.
Sto per accendere la macchina, quando squilla il telefono. E
tutto cambia. Quello che ti insegna l’Australia, quello che impari ad essere
immigrato è l’elasticità. Serve essere aperti (open-minded) e pronti ad accettare
variazioni ai propri piani.
Hello? Al telefono risponde un italiano, che mi parla come
se ci conoscessimo già. Pensando di averlo incontrato in giro per la città
faccio finta di riconoscerlo, poi capisco che è uno di quelli a cui avevo
mandato il resume (CV), ma ne ho mandati talmente tanti che proprio non so chi
sia, ma sembra brutto dirglielo. Si sì certo che ho capito chi sei, ma per
sicurezza mandami un sms con l’indirizzo che ci vediamo e ne parliamo. E tutto
cambia
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