Il loro inglese è buono, probabilmente hanno un vocabolario
più esteso del nostro, ma la paura di sbagliare li blocca e pronunciare alcune
lettere gli crea enormi problemi: il pensiero comune vuole che sia la R a
creargli problemi, ma vi sono altrettante difficoltà con la pronuncia della F
che spesso suona come una B. Hanno nomi inglesi e tratti orientali: le due cose
non vanno propriamente d’accordo. Scopro così che oltre ad aver abbandonato la
loro terra, gli affetti, i parenti, i cibi speziati, hanno lasciato alle spalle
anche quei loro nomi densi di significati mistici e affascinanti per adattarsi
alle esigenze del posto. È così che per molti è stata l’insegnante del corso
d’inglese a ribattezzarli, a scegliere un nome facile e privo di connotazioni
così poetiche come sono i nomi occidentali. È così che il dolce e paffuto
taiwanese il cui nome originale significa forte cavallo che vola, è stato
ribattezzato Jhonny, è così che si perde la poesia, e noi quando scopriamo un
tale affronto alla poetica orientale lo ribattezziamo Pegasus in un estremo
tentativo di mantenere un significato che rende la sua paffuta dolcezza un po’ meno
impacciata. Molti, non tutti, sono stati ribattezzati dagli insegnanti di
inglese, Chris no. Chris lavora dodici ore al giorno, sveglia alle 3 di mattina
a letto alle 6 di pomeriggio, è difficile incontrarlo, perché di lavoro sposta
pietre a mano e quando torna sporco e con la maglia strappata è troppo stanco
per parlare, mangia e va in coma come dice lui. Chris, che ama l’Italia e
Michelangelo e finchè era a Taiwan lavorava in una galleria d’arte, ha scelto
il proprio nome un attimo prima di partire. Nell’inventario delle cose da fare
era rimasto di cambiare il nome e, probabilmente, ricordarsi di prendere lo
spazzolino dopo averlo utilizzato un’ultima volta. Preso lo spazzolino, si è
guardato intorno ed ha letto vari annunci pubblicitari fino a scegliere quello
stampato sull’etichetta della bottiglia di latte che teneva in mano: “Chris
Milk”, ovviamente ha tenuto Chris e buttato il Milk. Per pudore e per evitare
di incappare in facili ironie, con Rex ho voluto evitare di entrare
nell’argomento.
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