Vendere e comprare un'auto in
australia è una roba relativamente facile. Straordinariamente facile
in Western Australia, diventa più complicato in Queensland dove
chiedono certificati rilasciati da meccanici autorizzati che
ovviamente hanno un costo. Certificati o no, una volta raggiunto
l'accordo economico, compratore e venditore dovranno limitarsi a
compilare un modulo con i propri dati e quelli del veicolo e
consegnarlo alla motorizzazione. Se il veicolo ha la registrazione
(REGO) scaduta diventa tutto più complesso specie se
l'immatricolazione è stata fatta in uno stato diverso da quello in
cui si procede all'acquisto. Vendere il van è stata un'esperienza
ricca di emozioni, per prima è arrivata l'incazzatura per questa
truffa che gira e che non ti aspetti. Ti aspetti di più di essere
truffato quando compri. Invece c'è questo tipo che ti contatta via
mail (la cosa mi era già successa al momento di vendere la
macchina), dice che il mezzo gli piace e il prezzo è ok, ti scrive
che ha solo internet perchè lavora in miniera a più di 3000km di
distanza, quindi le comunicazioni saranno via email, la cosa inizia a
puzzare, ti chiede le coordinate bancarie per farti il bonifico, la
cosa puzza di più ma sembra allettante, gli chiedi come pensa di
fare per la compilazione del modulo, risponde che verrà un suo
incaricato a prenderla e a firmare i moduli e poi trasporterà l'auto
fino al nuovo proprietario per oltre 3000km. Volendo ci si trova
anche una logica, ma chi è che comprerebbe una macchina usata
avendola vista solo in foto? Prima di andare avanti con la
sceneggiata, cerco su internet e scopro le fasi successive. Il tipo
dirà che non può disporre un pagamento perchè in mezzo al niente e
intanto andrebbe anticipato il costo del trasporto da parte
dell'incaricato. Quindi non potendo lui pagare nessuno chiederà a
chi ha messo in vendita il mezzo di anticipare la quota così che poi
il compratore pagherà al venditore il costo dell'auto più la
restituzione dell'anticipo. É una truffa che non sta in piedi,
comunque perdere del tempo con questo tipo che ogni volta cambia nome
e con cui scambi un paio di mail prima di capire, è una cosa che
rompe le palle.
Al di là della scocciatura di
cui sopra, vendere il van con cui hai condiviso sei mesi di
esperienze, il van che è stato mezzo di trasporto su strade lunghe e
noiose, o sabbiose e dissestate, il van che è stato camera da letto
essenziale, comoda, poi scomoda, poi ti ci abitui, che è stato
cucina basilare per piatti veloci, poveri e in grado di saziare (riso
e patate su tutti).
Venderlo non è stato facile,
all'inizio le richieste erano poche e ognuno aveva strane esigenze
(manca l'aria condizionata, il volante è duro) per un van del 1994
con più di 400mila km, poi le richieste sono aumentate e, sebbene ci
fosse ancora qualcuno fuorviato da strane leggende metropolitane
sull'iter burocratico da seguire, si sono fatte avanti persone
veramente interessate che cercavano difetti per scalare il prezzo.
Avere parecchie persone interessate ti rende malleabile alle
trattative e accetti le loro proposte con un sorriso riservandoti il
diritto di fargli sapere qualora arrivasse un'offerta migliore e lì
viene fuori chi è più disperato che ti dice ok te lo compro subito.
Sei soddisfatto, ti senti al
settimo cielo, hai concluso un affare alla cifra che speravi, non hai
più legami e puoi salire sul primo aereo che ti porti a rifiatare
fuori dall'australia. Eppure quando ti volti e vedi il van andarsene
guidato da qualcun altro senti salire il magone di un amico perso, di
una cosa finita, di un capitolo chiuso.
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