La parola più ricorrente durante la prima settimana in una
città come Perth è “pulito”. L’atterraggio nell’aeroporto internazionale vicino
alla città e il successivo arrivo in uno dei vari ostelli condensati nell’area
di Northbridge, catapulta il cittadino italiano in un’atmosfera irreale fatta
di autobus puntuali e gratuiti, autisti cortesi, strade pulite, cielo lindo,
orizzonti sconfinati, nuvole che si estendono in lunghezza, pappagalli liberi
tra gli alberi dei vari parchi tutti curati (i parchi) con precisione inglese.
Durante la prima settimana, quella minima conoscenza dell’inglese
unita alla disponibilità e alla gentilezza degli abitanti, fa sì che si
riescano a compilare le carte necessarie alla permanenza, assicurazione medica,
tax file number (TFN), conto in banca, scheda telefonica, e varie ancora, in
tempi brevi - sorprendendosi continuamente per l’efficienza dei servizi
rispetto alla macchinosa lentezza della nostra burocrazia.
Il primo rumore che si sente al risveglio del primo giorno
in Australia è lo strano gracchiare dei corvi. Sembra il verso di una foca
rantolante, poi esci e li vedi: neri come la pece con gli occhi contornati di
bianco, enormi corvi che peseranno 4 chili e va considerato che le ossa sono vuote
per spiccare il volo. Imparerai ben presto a riconoscerne il gracchiare e poco
dopo anche a prevederlo osservandoli, prima di emettere il suono gonfiano il
barbozzo e così restano finchè non hanno sputato fuori tutta l’aria.
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