L’orizzonte è piatto, i profili delle montagne non hanno
spessore, potrebbero essere anche bidimensionali visti sempre dallo stesso
punto, le nuvole finiscono dove finisce la linea del cielo che i miei occhi
possono vedere. Seduto sullo stesso terrazzo il mondo potrebbe anche essere
piatto e circoscritto a questa tristezza di sussistenza. Ma qualcuno ha detto
che il mondo è rotondo e chi lo ha detto ha viaggiato in tempi remoti verso
orizzonti sconosciuti, oltre il limite delle mappe. Vivo con la consapevolezza
che il mondo è rotondo ma da qui lo vedo piatto e come me molti altri. Ma io
voglio vedere. Vedrò se è vero che esiste un altro orizzonte, se è vero che le
ore sono diverse, se è vero che le stagioni sono invertite e se lo sciacquone del
cesso gira al contrario. E ve lo racconterò. E se non mi crederete, o se
vorrete verificare di persona, toccherà anche a voi lasciare le vostre comode
realtà per andarlo a scoprire. Toccherà a voi essere insultati o esaltati, vi
chiameranno pazzi, incoscienti, visionari, intraprendenti, coraggiosi. Non mi
sento pienamente in nessuna di queste definizioni, ma mi sto ritrovando un po’
in tutte e mi piace.
L’Australia non è la terra promessa, non ce ne sono più di
terre promesse, non ci sono più terre da scoprire o premesse da seguire. Ci
sono però delle opportunità, generate da un insieme di circostanze, su tutte
l’assenza di quel Tempo Indeterminato che ti incolla ad una scrivania ad
invecchiare di fronte ad uno schermo, l’assenza di vincoli forti, indeboliti
dalla volatilità delle cose al tempo di internet.
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